Rarità
esclusiva per la città di Firenze, ma esportate anche a Pistoia, a San
Miniato (PI) e a San Gimignano (SI) nel XV secolo circa, le "Buchette
del vino"
passano per lo più inosservate, e chi le nota spesso si chiede cosa
siano
quelle piccole finestrine oggi chiuse o riutilizzate che spuntano sugli
antichi
palazzi, di solito sotto le grandi finestre a piano terreno. Circa 130
buchette
sia murate che ancora complete delle loro antiche porticine originali
di legno
o metallo, con
alcune ancora intatto il battente in ferro, fanno
parte da secoli della nostra storia. Da questi "tabernacoli del vino"
si passavano i fiaschi direttamente dal produttore al consumatore, e di
frequente vi si lasciavano generi di conforto per i poveri.
L’uso di vendere il vino in bicchiere o in contenitori
come fiaschi
direttamente dalle buchette dei palazzi nobiliari risale al XV
secolo circa, quando gli stravolgimenti nei mercati
europei portarono a
una ridefinizione dei commerci internazionali e delle attività
manifatturiere,
che portò a un inesorabile declino di quelle attività che avevano reso
Firenze
ricca e potente durante il medioevo e il Rinascimento. In quel periodo
le
grandi famiglie aristocratiche iniziarono a convertire le proprie
attività in
terreni agricoli e latifondi, dalla rendita più stabile, dove venivano
prodotti
vari beni, tra i quali un posto preminente era legato proprio alla
produzione
vinicola
Le buchette sono di varie forme: a volta appuntita, con
contorno bugnato,
ornate, a forma di buchetta con le inferriate nelle finestre, alcune
sono state
riutilizzate come campanelli
dei portoni
o buche delle lettere, mentre altre riportano ancora lapidi che
informavano i
clienti sugli orari di vendita stagionali.
Dal punto di vista architettonico le buchette aprivano
su un vano al pian terreno del
palazzo facilmente
collegabile alla cantina, dove un servitore curava la vendita delle
bottiglie
del vino in determinate ore del giorno. Le aperture permettevano appena
il
passaggio di un fiasco e presentano quasi sempre una forma a porticina
con un
archetto superiore, spesso decorato da una cornice con punta a
goccia,
chiuso da una porticina in legno. Le eleganti cornici di pietra liscia
o
bugnata che gli conferivano un sobrio aspetto tanto da essere detti in
antico
"tabernacoli del vino".
Oggi
un degrado diffuso e la
dimenticanza storica hanno relegato queste testimonianze, assenti in
altre
parti del mondo ma non in località dell'area fiorentina, al buio
dell'ignoranza. Ma grazie a una ricerca capillare dell'Associazione
Culturale
FIRENZE RIZZATI !!!, e in particolare del suo Presidente Gianni
Greco (sue le foto),
possiamo finalmente vederle tutte, le "nostre" buchette del vino.
C'è voluto molto tempo e lunghe scarpinate per raccogliere tutto questo
materiale mai pubblicato tutto insieme e in gran parte inedito, ma ne è
valsa
la pena. E se alcune foto appaiono un po' "frettolose", se ne
apprezzi comunque il valore documentativo.